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Sudan: il futuro dopo le sanzioni

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Dopo quasi 20 anni, Washington ha sospeso le sanzioni e l’embargo commerciale sul Sudan. Questo perché il Paese avrebbe fatto progressi nella cooperazione contro il terrorismo e nella gestione di conflitti interni, come quello in Darfur.

(Fonte: Al Arabiya)  Il Ministro delle Finanze Magdi Hassan Yassin ha affermato recentemente che, per favorire gli investimenti diretti esteri dopo la fine delle sanzioni statunitensi, il Sudan sta intraprendendo misure per chiudere il divario tra i tassi di cambio ufficiali e non ufficiali e ridurre le sovvenzioni di Stato entro la fine del 2019. Il Sudan spera che le misure aiutino il Paese, ancora dipendente dalle importazioni, a rimettere in piedi dopo anni di difficoltà causati dalla separazione del Sud Sudan, regione con la gran parte delle risorse petrolifere. Il governo sudanese ha già ridotto le sovvenzioni di energia elettrica e ha annunciato restrizioni all’importazione per risparmiare valuta estera. L’inflazione annuale del Sudan è scesa in ottobre al 33,08% dal 35,13% di settembre. La Banca Centrale del Sudan ha mantenuto il tasso ufficiale di cambio a 6,7 ​​sterline al dollaro, anche se secondo i commercianti di valuta, la sterlina sudanese attualmente ha un cambio “in nero” di 23 sterline per dollaro . Il bilancio del 2018 sarà il primo dopo la fine delle sanzioni USA, e sarà una tappa fondamentale per l’economia del Paese.

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